La comunicazione umana avviene attraverso modalità diverse che interagiscono fra di loro. Infatti, l’uomo comunica simultaneamente attraverso sistemi verbali e sistemi non verbali. Oltre alle parole e alla voce articolata usiamo i gesti per esprimerci.
Prima degli anni ’60 i linguisti, però, non hanno dato molta attenzione a questi aspetti gestuali del linguaggio, poiché esso è stato spesso considerato solo dal punto di vista fono-articolatorio. Il linguaggio parlato è sempre stato, infatti, dialektos (voce articolata significativa) che si manifesta perciò attraverso la modalità acustico-vocale.
A partire dagli anni ’60, ma soprattutto negli anni ’90 del secolo scorso, lo studio della lingua parlata e di quella scritta è stato integrato dall’interesse verso le caratteristiche gestuali presenti nelle forme di comunicazione. Le ricerche dettate da questo interesse sulla gestualità hanno dimostrato che le comunità umane interagisono in modo complesso con diversi sistemi comunicativi, verbali e non verbali, simultaneamente, tra i quali esiste uno stretto rapporto. Si è dunque parlato di multi- modalità comunicativa, che è un tratto peculiare del linguaggio umano.
Lo studio dei gesti ci porta a capire che tale parola racchiude in sé numerosi significati. ad esempio nella gestualità rientra anche la pantomima che è un sistema semiotico-gestuale prettamente iconico e consiste nella capacità tipicamente umana di imitare oggetti, azioni, eventi, ecc. attraverso il corpo. Poi ci sono i gesti simbolici, i quali possono essere usati anche in concomitanza con il linguaggio verbale per integrarlo, completarlo, sostituirlo completamente; in quest’ultimo caso svolge una funzione completamente autonoma. In sostanza, questi gesti vengono usati da una determinata cultura o gruppo sociale e hanno un significato condiviso e facilmente traducibile in parole (marameo, ciao, ok, dopo, ecc).
Infine ci sono linguaggi gestuali semioticamente autonomi sorti per facilitare la comunicazione in situazioni particolari dove non è permesso parlare. In questa tipologia rientrano, ad esempio, i linguaggi usati da gruppi religiosi o da società segrete. In questi casi si possono scambiare informazioni semplici e di numero limitato proprio perché non siamo in presenza di lingue ma di linguaggi che a differenza delle lingue non hanno né una struttura né una grammatica complessa.
La mimica e i gesti con cui spesso accompagniamo il parlato, o con cui a volte lo sostituiamo completamente, vengono confusi con la gestualità linguistica usata dai sordi, con i segni cioè della lingua dei segni. Non a caso si dice che i sordi comunicano a gesti.
La lingua dei segni non ha molto a che fare con la comune gestualità usata dagli udenti. I gesti, pur essendo efficaci infatti, non sono articolati, cioè non sono scomponibili in unità più piccole dotate di significato autonomo. Proprio per questo sono codici finiti e possono essere utilizzati per un numero limitato di concetti, dunque non utilizzabili come segni in frasi segniche. È importante, dunque, distinguerli dalle lingue gestuali vere e proprie. Queste ultime, infatti, fanno ricorso ai gesti simbolici ma diversamente dai sistemi gestuali, utilizzati nella comunicazione quotidiana degli udenti, essi sono lingue vere e proprie con le stesse caratteristiche delle lingue verbali, fatte da segni articolati, con un lessico molto ricco e arricchibile e con precise regole sintattiche per costruire le frasi.
C’è dunque differenza tra segno e gesto.
Il gesto è privo di significato, o meglio ha un significato puramente iconico non rispetta le regole fonologiche e tanto meno grammaticali, il gesto viene compiuto dagli udenti per motivi di enfasi del discorso ma in se non hanno significato o comunque ha un significato prettamente non verbale che non può essere tolto dal contesto in cui viene emesso. Il gesto è causale e non fa parte di un sistema linguistico.
I segni sono simili alle parole più di quanto lo siano i gesti, poichè hanno una realtà linguistica che i gesti non possiedono: hanno significato proprio e sono formati rispettando regole sintattiche ben precise. Tali regole che permettono la creazione di un segno, chiamate parametri formazionali, sono:
- CONFIGURAZIONE
- ORIENTAMENTO DEL PALMO DELLA MANO
- LUOGO
- MOVIMENTO
0 commenti:
Posta un commento