Quest'anno l'ottava edizione della rassegna internazionale sul patrimonio musicale e ambientale del mediterraneo,Vis Musicae è stata dedicata alle arti della parola in tutte le sue forme con performance poetiche e musicali inserite in un insieme di attività. Particolare attenzione è stata riservata alla lingua dei segni. Per tanto tempo gli udenti hanno guardato con superfcialità la "lingua di sordi", manifestazioni come questa invitano a riflettere, sono motivo di vicinanza e di fratellanza fra persone diverse, ma nello stesso tempo simili nei diversi modi di esprimere il pensiero, uniti nel linguaggio universale della musica.
In un linguaggio silenzioso di mani che si muovono nell'aria e che creano delle figure invisibili, nel tentativo di scoprire come la conoscenza può partire da un senso diverso dall'udito:LA VISTA
QUANDO SONO LE MANI A RACCONTARE...

Echi dal silenzio

L'adolescenza nelle famiglie con figli sordi

Questa frase appare come sottotitolo del libro di Roberta Tommasini "Echi dal silenzio".In questo testo è possibile leggere la testimonianza della scrittrice al suo primo incontro con la comunità dei sordi e alcune specificazioni sul campo della sordità da lei date.Come specificato nella prefazione,l'intento dell'autrice è di proporre un approccio "olistico"all'arcipelago della sordità.
Le persone sorde sono ritratte dall'autrice nel nucleo sociale principale,cioè quello della FAMIGLIA studiandone quelle che sono le modalità comunicative.Scrive l' autrice:"il mondo dei sordi passa tutto attraveso gli occhi,a scuola non ci sono campanelle,ma solo luci che segnalano la fine delle lezioni e ai congressi i partecipanti guardano l'interprete lasciando chi parla sperimentare un'esperienza di esclusione solitaria".Il primo viaggio di R.Tommasini nel "paese dei sordi" è cominciato molti anni fa in una grande sala dell'Istituto dei Sordomuti a Roma:c'erano molti uomini e donne le cui mani si muovevano nell'aria;erano tutti sordi e quando lei si voltò verso il primo suono articolato i presenti capirono subito che era udente.L'autrice si trovava li per "aiutare" i membri dell'Istituto ad organizzare un circolo di scacchi. Le venne cosi dato il suo primo nome segno(l'iniziale del suo nome in dattilologia;"R" articolato tramite un movimento rotatorio vivino all'orecchio che ricordava i suoi capelli ricci).R.Tommasini testimonia che frequentando i corsi di LIS ha avuto modo di osservare che l'apsetto più difficile per noi udenti non è il seganre in senso stretto,ma il primo scoglio è il "dimenticare di udire" e sentire con il corpo con,con gli occhi,cioè "il pensare sordo".Inizialmente l'autrice si serviva di un interprete inseguito tramite il DTS(dispositivo telefonico per sordi,può ricevere o mandare comunicazioni solo da o ad un altro dts il suo funzionamento è analogo ad una trasmissione telefonica vocale nel permettere un dialogo,in cui lo scambio di battute avviene però tramite una tastiera) le comunicazioni con le parsone sorde sono divenute più agevoli e non avuto più bisogno della mediazione dell'interprete. Dice l'autrice che i medici si interessano prevalentemente degli elementi oggettivi della sordità,focalizzando l'attenzione sul grado di minorazione sensoriale ed investigando sulle possibili cause d insorgenz,sullo sviluppo di tecniche diagnostiche e di interventi di protesizazione;il lor scopo è di cercare di far assomigliare il più possibile anche d un modello ideale di "udente". L'approccio dell'autrice è il modello sistemico relazionale che,ha posto l'accento sull'apertura a contributi provenienti da discipline differenti nello sforzo di un continuo confronto a diversi livelli di analisi.L'intento dell'autrice è quello di superare una visione "pacellizante"del fenomeno sordità ed integrare contributi di ricerca provenienti da differenti orientamenti.L'oggetto di studio non è la sordità ma la persona sorda,il suo "sociale",le sue relazioni,il suo contesto significativo per eccellenza:la famiglia.all'interno del quale ,l'individuo cresce e costruisce la sua IDENTITà....Cosi R.Tommasini ha scelto di cogliere gli apsetti significativi delle relazioni tra genitori e figlio sordo nella particolare fase dell'adolescenza;tale fase assume un'enorme rilevanza nella costruzione del processo doìi individuazione personale dell'adolescente,e pone tutti gli appartenenti al sistema di fronte alla necessità di mettere in atto le proprie risorse per ristabilire l'equilibrio del sistma stesso:"l'apetto critico dell'evento consiste nel fatto che,di fronte ad esso,le abituali modalità di funzionamento risultano inadeguate e,se non vengono attivai nuovi processi di adattamento si ha una sofferenza dell'oragnizzazione familiare".Infatti l'adolescenza per la famiglia rappresenta un momento di transizione,nel quale si verifica un cambiaminto nella partecipazione del figlio al mondo esterno e alla famoglia stessa.Allo stesso tempo nella famiglia si assiste ad una ridefinizione dei "confini" dei sottosistemi consistente in un allontanamento dell'adolescente dal sottosistema dei fratelli,e nell'acquisizione di maggiore autonomia e responsabilità.Anche la relazione tra genitori e figlio adolescente si orienta verso una modalità che riconosce efacilita lo stato di "giovane adulto". I genitori si devono rapportare con il nuovo bisogno di autonomia del figlio.La famiglia deve essere in grado di fornire al ragazzo la possibilità di sperimentare l proprie "esplorazioni" e di proteggrelo fornendogli un appoggio,è inoltre molto importnte che nella famiglia siano ben definiti ruoli e confini di ogni membro. L'idea che ha spinto la scrittrice a interessarsi del tema sull'adolescenza dei sordi e i loro genitori è nata dall'interesse per una realtà che.pure se diffusa,rimane per molti aspetti sconosciuta.La presenza di una "minorazione" uditiva aggiunge certamente complessità a questa fase del ciclo vitale.Considerando allora le dinamiche che più frequentemente si osservano all'interno di sistemi familiari con figli adolescenti,si è cercato di evidenziare le particolarità che la presenza della sordità porta con se.Durante l'adolescenza riveste particolare importanza la qualità di comunicazione tra membri del sistema.Diversamente dalla famiglia "sorda" (costituita totalmente da persone sorde),in cui c'è condivisione di patterna comunicativi tra i membri del sistema familiare,nelle famiglie udenti il cui figlio sia sordo sembra esistere "il problema" della comunicaziuone.Gli adolescenti sordi cresciuti in famiglie udenti è più difficile che abbiano contatti con altri adolescenti sordi e ciò è spesso causa di disagio,frustrazione ed infeiorità nei confronti del mondo udente.Allo stesso modo risulta essre più difficoltoso ilo processo di identificazione con le figure oarentali:la presenza di un adulto sordo nella vita di un ragazzo on udente sembra offrirgli la possibilità di avviare questo importante processo.Tutte queste dificoltà incontrate dai ragazzi sordi cresciuti in famiglie udenti rendono più difficile l'attuarsi dello svincolo dalla famiglia di origine,creando un prolungamento della fase adolescenziale che a lungo andare potrebbe rivelarsi deleterio per la formazione della personalità adultasicura ed autonoma...
(Il libro scritto da un udente,è riovolto agli udenti.soprattutto a quelli che a volte si scoprono a sorridere,davanti al telgiornale,di un interprete segnante in un riquadro più piccolo dell'udente che parla;ma esso è riolto anche a quei sordi he vedono il loro mondo raccontato una volta da un udente.)