Come le parole di una lingua vocale sono formate dalla combinazione di un numeri finiti e regolari di unità minime con valore distintivo, i fonemi, nelle lingue dei segni è possibile rintracciare un numero ristretto di sottoelementi minimi in genere privi di significato autonomo, "I Cheremi " o "Parametri formazionali". Queste unità cherologiche minime in cui è scomponibile ogni segno sono:
- La Configurazione o forma assunta dalla mano
- Il Luogo dello spazio dove il segno è eseguito
- Il Movimento che la mano, il braccio, le dita, il polso compiono nell'esecuzione del segno
- L'Orientamento del palmo dellla mano, che può essere rivolto verso l'alto, verso il basso, verso sinistra o verso desra, verso il segnante o in avanti.
Nella LIS sono state identificate 56 configurazioni, 40 movimenti, 16 luoghi e 6 orientamenti.
I parametri formazionali all'interno di ogni lingua dei segni svolgono funzioni analoghe a quelle svolte dal sistema fonologico di una lingua verbale e sono stati individuati attraverso il criterio classico delle "Coppie Minime". Per esempio nella lingua italiana, mela e vela si differenziano solo per uno dei fonemi che lo compongono, "m" e "v", è costituiscono così una coppia minima di segni. Allo stesso modo in un a lingua dei segni ci sono dei parametri distintivi per individuare una coppia di segni con significati diversi che si distinguono solo per un cherema: La configuarazione, il luogo, l'orientamento o il movimento.
Una prova della doppia articolazione delle lingue dei segni e della realtà pscologica dei parametri è data dai "lapsus della mano", errori spontanei di produzione commessi dai segnanti, paragonabili a quelle delle lingue vocali, dovuti alla sostituzione di un parametro.
Un aspetto comune a tutte le lingue segnate è il fatto che i segni vengono prodotti con una o con due mani. I segni a una mano vengono eseguiti generalmente con quella dominante, nei segni a due mani queste possono muoversi entrambe oppure l'una si muove e l'altra sta ferma. Quando si muovono simultaneamente le mani tendono generalmente ad essere simmetriche.
Oltre agli articolatori manuali, nelle ligue dei segni rivestono una funzione centrale le componenti non manuali, portatrici di informazioni morfologiche, sintattiche o emotive essenziali, riguardanti sia i singoli segni sia strutture più complesse. Queste componenti sono le espressioni facciali, le posizioni del tronco e delle spalle, i movimenti degli occhi e del capo, le forme labiali, l'orientamento dello sguardo. Nella comunicazione gestuale dei sordi l'espressività corrisponde, in un certo senso, al tono della voce dell'udente.
Gi articolatori non manuali che spesso accompagnano i segni in modo regolare ne sono parte integrante, al punto da essere considerati in certi casi un quinto parametro fomazionale. Molto spesso i segni sono accampagnati da forme labiali, per via dell'influenza del parlato sul segnato.
La lingua dei segni è pertanto un sistema semiotico eterogeneo che fa uso contemporaneamente di più articolatori e\o modalità espressive, per veicolare diversi tipi di significati, coinvolgendo oltre alle mani buona parte del corpo. Concludiamo dunque dicendo che nelle lingue dei segni la multimodalità espressiva è un tratto tipico, dal momento che l'uso dei diversi articolatori è parte integrante della struttura del discorso segnato.
Articolazione dei segni: componenti manuali e non manuali
Pubblicato da
Anonimo
on venerdì 17 luglio 2009
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